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Attacco hacker a Ho Mobile, l'azienda conferma il furto dei dati personali di una parte dei clienti

Attacco hacker a Ho Mobile, l'azienda conferma il furto dei dati personali di una parte dei clienti

Un attacco hacker è riuscito a sottrarre dati anagrafici e della sim di clienti di Ho Mobile. L'ha comunicato in una nota ufficiale lo stesso operatore mobile del gruppo Vodafone. La scorsa settimana era emersa la notizia del furto, alla quale Ho Mobile aveva risposto di stare indagando e che al momento non risultavano evidenze. Ora la conferma, da cui emergono altri dettagli di quanto avvenuto, anche se molti aspetti restano da chiarire come il numero di utenti coinvolti e come gli hacker sono riusciti a entrare nei sistemi dell'operatore.

Caso di omicidio risolto grazie ai dati raccolti dall’auto connessa, ma aumentano le incertezze sulla privacy

Caso di omicidio risolto grazie ai dati raccolti dall’auto connessa, ma aumentano le incertezze sulla privacy

Automobili sempre più connesse, tra aggiornamenti software e raccolta di dati personali, i veicoli conoscono molto più di noi rispetto a pochi anni fa, e forse anche più di quanto possiamo immaginare. Con le auto “smart” di nuova generazione le insidie per la privacy sono sempre più numerose.

Condividono su WhatsApp una mail ironica del cliente ma il post diventa virale. Multata la banca

Condividono su WhatsApp una mail ironica del cliente ma il post diventa virale. Multata la banca

Come da prassi prevista dalle norme antiriciclaggio avevano chiesto al cliente le motivazioni riguardo la finalità del cospicuo prelievo di 85.000 euro che egli aveva richiesto di effettuare, e a seguito della risposta ironica che avevano ricevuto non riuscivano a trattenersi dal condividere la mail con altri colleghi su WhatsApp, che a loro volta condividevano con altri ancora, a tal punto che la comunicazione è arrivata infine su Facebook diventando virale. Se i bancari trovavano divertente il messaggio che circolava da un social ad un altro, non rideva però l’autorità per la privacy, che dopo aver accertato i fatti irrogava alla banca una sanzione da 100mila euro.

Tik Tok, numeri da record e rischi per la privacy dei minori?

Tik Tok, numeri da record e rischi per la privacy dei minori?

Tik Tok è un’app sviluppata in Cina che ha fatto registrare, a fine 2020, una vera e propria esplosione di download, più di 2 miliardi e mezzo in totale. Conosciuta dai più come l’app dei balletti e degli sketch simpatici, si tratta del programma per dispositivi mobile più utilizzato fra i teenager di tutto il mondo. Oltre ai rischi di ban in USA corsi durante l’amministrazione Trump, arrivano nuovi segnali d’allarme, non solo per la società che gestisce l’applicazione ma anche, e soprattutto, per i suoi utenti più giovani. Il tema cruciale riguarda la tutela della privacy dei minori.

Cyberbullismo, app con uno scudo protettivo per bambini e adolescenti

Cyberbullismo, app con uno scudo protettivo per bambini e adolescenti

In un mondo sempre più interconnesso, le interazioni digitali comportano anche nuovi rischi, soprattutto per i bambini e gli adolescenti che utilizzano sempre di più lo smartphone, i social network e i servizi di messagistica istantanea. Tra i pericoli cui vanno incontro i più giovani, c'è sicuramente quello del cyberbullismo, un fenomeno che purtroppo sta crescendo anche in Italia. Un aiuto viene dalla tecnologia grazie alla nascita di app e piattaforme che consentono alle famiglie di proteggere i figli su questo fronte, cercando di rispettarne il più possibile la privacy.

No al regolamento privacy (Gdpr) nell’attività giurisdizionale

No al regolamento privacy (Gdpr) nell’attività giurisdizionale

Il Gdpr ( regolamento generale privacy) non si applica comunque alle funzioni giurisdizionali, e ciò a prescindere dall’applicazione del Decreto Legislativo 18 maggio 2018, n. 51, recante Attuazione della direttiva (UE) 2016/680 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativa alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali da parte delle autorità competenti a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali, nonche’ alla libera circolazione di tali dati e che abroga la decisione quadro 2008/977/GAI del Consiglio. E’ quanto sostenuto dalla Cassazione in una sentenza della metà di dicembre del 2020.

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