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Allarme privacy e rischio truffe per 500 milioni di utenti di Linkedin: dati personali dei profili in vendita online su un forum di hacker

Allarme privacy e rischio truffe per 500 milioni di utenti di Linkedin: dati personali dei profili in vendita online su un forum di hacker

A pochissimi giorni dalla scoperta del massiccio furto di dati personali perpetrato ai danni di Facebook che ha coinvolto mezzo miliardo di utenti nel mondo, stavolta a fare le spese dei criminali informatici è Linkedin, il social network professionale per eccellenza usato principalmente nello sviluppo delle relazioni di lavoro. Un enorme archivio contenente dati presumibilmente trafugati da 500 milioni di profili Linkedin è stato infatti messo in vendita online, con altri 2 milioni di record esibiti come campione di prova di autenticità dall'autore del post che ne ha dato l’annuncio su un popolare forum di hacking.

Piattaforma online di food delivery colpita da attacco hacker: trafugati i dati personali di 21 milioni di utenti

Piattaforma online di food delivery colpita da attacco hacker: trafugati i dati personali di 21 milioni di utenti

Nei giorni scorsi Yemeksepeti, che è la più importante piattaforma online turca di food delivery, è stata colpita da un attacco informatico nel quale sono stati trafugati i dati personali di oltre 21 milioni di utenti. A darne notizia lo scorso 27 marzo sul proprio profilo Twitter era stata la stessa società specializzata nella consegna a domicilio che opera attualmente in 70 città in Turchia e Cipro, con oltre 35.000 ristoranti affiliati, circa 20 milioni di utenti e 520.000 ordini giornalieri.

Facebook, pubblicati sul web i dati personali di mezzo miliardo di utenti, tra cui 37 milioni di italiani

Facebook, pubblicati sul web i dati personali di mezzo miliardo di utenti, tra cui 37 milioni di italiani

Ancora un furto di dati personali degli utenti di Facebook, ma stavolta ad essere coinvolte sono mezzo miliardo di persone, secondo quanto riporta Business Insider. Numeri di telefono, indirizzi, date di nascita, biografie e indirizzi e-mail sono apparsi free sulla rete. Si tratterebbe dello stesso gruppo di dati esfiltrati dal social network nella rete nel 2019. Tra gli utenti colpiti, 32 milioni sono negli Usa, 11 in Gran Bretagna, sei milioni in India, e ben 37 milioni quelli italiani.

Sistema informativo del Comune di Brescia paralizzato da ransomware. Gli hacker chiedono riscatto di 1,3 milioni di euro

Sistema informativo del Comune di Brescia paralizzato da ransomware. Gli hacker chiedono riscatto di 1,3 milioni di euro

E' in tilt da alcuni giorni il sistema di posta elettronica e l’intera operatività dei server del Comune di Brescia. Come si legge nella nota pubblicata nello stesso sito istituzionale della pubblica amministrazione lombarda, la causa della paralisi è un attacco ransomware avvenuto il 30 marzo, e la richiesta di riscatto per fornire la chiave di sblocco avanzata dai criminali informatici per restituire la disponibilità dei dati è di 26 Bitcoin, l’equivalente al cambio odierno di 1,3 milioni di euro.

Gli hacker accedono ai dati di 4.000 clienti, ma Booking.com tarda 22 giorni prima di notificare il data breach e viene sanzionato dall’autorità

Gli hacker accedono ai dati di 4.000 clienti, ma Booking.com tarda 22 giorni prima di notificare il data breach e viene sanzionato dall’autorità

Il sito web di prenotazioni online di viaggi Booking.com è stato sanzionato con una multa da 475.000 euro per non aver notificato una violazione dei dati entro i termini stabiliti dal Gdpr. Booking.com aveva infatti subìto un data breach nel 2018, quando dei truffatori telefonici avevano preso di mira 40 dipendenti in vari hotel negli Emirati Arabi Uniti.

Hacker cessano l’attività criminale con il ransomware e rimborsano le vittime

Hacker cessano l’attività criminale con il ransomware e rimborsano le vittime

Non conosce crisi il fenomeno del ransomware, ovvero quel tipo di attacco informatico che ha l’obiettivo di prendere in ostaggio il contenuto del computer della vittima per restituirne l’accesso solo se si è disposti a pagare un cospicuo riscatto in criptovaluta pur di rientrare in possesso dei propri dati. Nonostante il trend in costante aumento, c’è però anche qualche organizzazione di hacker che in controtendenza decide di abbandonare questo fiorente business criminale.

Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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