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L’investigatore privato condannato per il porto d’armi scaduto non può evitare la pubblicazione del suo nome nella sentenza

L’investigatore privato condannato per il porto d’armi scaduto non può evitare la pubblicazione del suo nome nella sentenza

Chi viene condannato in tribunale può mantenere la propria privacy chiedendo che le proprie generalità non vengano riportate sulla sentenza pubblicata solo se vi sono dati sensibili o se la vicenda trattata riveste particolare delicatezza. La Cassazione non ha pertanto accolto la richiesta di un investigatore privato che chiedeva di oscurare i propri dati personali in una sentenza riguardante la sua condanna penale relativa al porto illegale di armi, perché ha ritenuto non legittime come motivazioni le "negative conseguenze sui vari aspetti della vita sociale e di relazione dell'interessato (…) in ambito familiare o lavorativo."

Niente privacy per la figlia maggiorenne che studia all’Università mantenuta dal papà che vuole essere informato sui voti che prende

Niente privacy per la figlia maggiorenne che studia all’Università mantenuta dal papà che vuole essere informato sui voti che prende

Secondo il Tar Lazio il genitore divorziato che corrisponde un assegno di mantenimento è legittimato all'accesso dei dati relativi agli studi universitari della propria figlia, anche se maggiorenne, al fine dell'eventuale revisione dell'obbligo di assegno.

Nel 2021 il cybercrime è aumentato ancora, complice anche la pandemia

Nel 2021 il cybercrime è aumentato ancora, complice anche la pandemia

Il 2021 è stato un anno particolarmente critico sul fronte della cybersecurity e della protezione dei dati. Ad evidenziarlo è il rapporto del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, che lo scorso anno ha gestito 5.434 attacchi informatici significativi, con 110.524 alert di sicurezza e una media di 15 attacchi al giorno ai danni di servizi informatici di sistemi istituzionali, infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale, infrastrutture sensibili di interesse regionale, e grandi imprese.

Operatore telefonico continuava a inviare bollette per abbonamenti disdetti, sanzione dell'autorità per la privacy

Operatore telefonico continuava a inviare bollette per abbonamenti disdetti, sanzione dell'autorità per la privacy

A seguito di numerosi reclami pervenuti dai clienti di Free Mobile, nel 2020 l’autorità per la protezione dei dati francese (CNIL), aveva avviato un’indagine sull’operatore mobile del gruppo Iliad per verificarne la conformità alle disposizioni del GDPR, e adesso la stessa CNIL rende noto di aver riscontrato violazioni multiple, riguardanti i diritti degli interessati, promozioni indesiderate, e misure di sicurezza.Per questo la CNIL ha inflitto una sanzione di 300.000 euro all’operatore di telefonia, che in Francia ha oltre 13 milioni di clienti.

L'assistente vocale suggerisce a una bambina una sfida pericolosa: le ripercussioni su privacy e sicurezza

L'assistente vocale suggerisce a una bambina una sfida pericolosa: le ripercussioni su privacy e sicurezza

Probabilmente avete fatto domande a un assistente vocale che utilizza intelligenza artificiale: Google, Alexa, Siri o altri sono dispositivi diventati assai popolari, ma anche, in alcuni casi, controversi. Pochi giorni fa, Amazon ha dovuto correggere un errore di programmazione che ha portato Alexa a suggerire a una bambina di mettere una monetina in una presa elettrica.

Facebook deve risarcire il danno all'utente se lo banna ingiustamente dal social network

Facebook deve risarcire il danno all'utente se lo banna ingiustamente dal social network

L’utente ingiustamente bannato da un social network ha diritto di ottenere il risarcimento del danno subìto a causa della sospensione delle proprie relazioni sociali. Lo ha ribadito la Corte d’appello dell’Aquila con la sentenza 1659 pubblicata lo scorso 9 novembre che fa il punto sul rapporto contrattuale che si instaura quando ci si iscrive a una community virtuale. La vicenda trae origine dal ricorso con rito sommario presentato da un utente sospeso da Facebook per oltre quattro mesi per aver pubblicato alcune foto di Mussolini, didascalie e commenti che evocavano la sua appartenenza politica, oltre a post taglienti e sprezzanti. Il social network aveva sospeso in più occasioni l’account per violazione degli «standard della comunità».

Camera dei Deputati: Artificial intelligence e sostenibilità

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