I consumatori ora si definiscono «privacy active», e il 75% di essi non acquisterebbe prodotti da un’azienda di cui non si fida
Il 69% dei consumatori afferma di essere a conoscenza delle leggi sulla privacy, mentre l’89% si sente più sicuro se sa che i loro dati sono protetti in modo adeguato. I giovani sembrano essere molto più attenti al problema rispetto ai loro genitori: per proteggere la propria privacy, il 49% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni ha cambiato azienda o fornitore a causa delle politiche sui dati o delle pratiche di condivisione dei dati, rispetto invece al 18% tra quelli con più di 75 anni.
Sono questi appena elencati alcuni dei punti chiave riportati nel Consumer Privacy Survey 2024, lo studio annuale pubblicato da Cisco sulle percezioni e sui comportamenti dei consumatori in relazione alla privacy.
Gli utenti italiani intervistati ammettono di inserire informazioni personali o riservate, tra cui dati finanziari (29%), sanitari (39%) e lavorativi (45%) negli strumenti di intelligenza artificiale, nonostante l’84% degli intervistati a livello globale esprima preoccupazioni sul fatto che tali dati possano diventare pubblici.
La privacy e la protezione dei dati sono passati da un concetto poco conosciuto a una vera e propria esigenza per i consumatori, con oltre il 75% a livello globale che dichiara che non acquisterebbe prodotti da un’azienda di cui non si fida. Questo si traduce in azioni concrete, con un numero crescente di consumatori che si definiscono «privacy active», in particolare tra i più giovani.
Per proteggere la propria privacy, il 49% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni ha cambiato azienda o fornitore a causa delle politiche sui dati o delle pratiche di condivisione dei dati, rispetto al 18% tra quelli con più di 75 anni.
A livello globale, l’indagine ha inoltre evidenziato che i consumatori tra i 25 e i 34 anni sono i più consapevoli dei propri diritti sulla privacy (64% contro il 33% di quelli sopra i 65 anni). È stato registrato un significativo aumento (36% contro il 28% dell’anno scorso) di coloro che esercitano il diritto di accesso, rettifica, cancellazione o trasferimento dei propri dati personali tramite le richieste di accesso ai dati. Ancora una volta, i più giovani guidano questa tendenza, con il 46% di loro che compie queste azioni, contro solo il 16% di quelli con più di 65 anni.
In Italia, i consumatori utilizzano sempre di più strumenti di sicurezza per proteggere i propri dati: il 71% (67% a livello globale) ha esaminato o aggiornato le proprie impostazioni sulla privacy in app o piattaforme. Il 73% (68% a livello globale) afferma di utilizzare l’autenticazione a più fattori, mentre il 69% (61% a livello globale) ricorre a un password manager per proteggere e tenere traccia delle proprie credenziali.
Il 65% dei consumatori intervistati in Italia (e il 70% a livello globale) ritiene che le leggi sulla privacy abbiano un impatto positivo. Cresce anche il numero di consumatori favorevoli alla protezione della privacy: il 77% degli intervistati a livello globale (il 76% in Italia) sostiene l’adozione di normative uniformi tra paesi e regioni per garantire standard minimi di protezione dei dati.
Fonte: Cisco