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Il nuovo regolamento Ue sulla protezione dei dati (Gdpr) entra in vigore venerdì prossimo, 25 maggio. E non ci sono possibilità di proroghe. Lo dice Giovanni Buttarelli, il Garante europeo della protezione dei dati, in una intervista esclusiva a ItaliaOggi: "Non sono possibili slittamenti o proroghe, né su iniziativa dei garanti dei singoli paesi, né del legislatore nazionale. Dal mattino del 26 maggio ci saranno linee di giusta severità con quelli che magari non erano in regola neppure con i vecchi ordinamenti. Ci sarà invece ragionevolezza con chi dimostra di avere iniziato un percorso. Ma il nuovo regolamento, di sicuro, non deve essere vissuto come una rottura di scatole. Anzi. Per molti, soprattutto per le piccole imprese, i piccoli commercianti o artigiani, ci sarà una semplificazione del trattamento dei dati".

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Nell’ottica di far ricorso ad app di tracciamento per monitorare l’andamento della pandemia Covid-19, la protezione dei dati personali dei cittadini non può considerarsi “un problema, ma anzi fa parte della soluzione”. Lo ribadisce con fermezza il Garante europeo dei dati personali, Wojciech Wiewiorowski, in uno scambio di vedute con la commissione per le libertà civili dell’Europarlamento sulle applicazioni di tracciamento dei contatti a cui molti paesi, Italia compresa, stanno lavorando per gestire la “fase 2” della pandemia, la convivenza con il virus.

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"Legittimità, trasparenza e proporzionalità dovrebbero accompagnare qualsiasi misura intesa a combattere la pandemia Covid-19". Questa la posizione del Garante europeo sulla protezione dei dati personali sulle app di tracciamento che saranno introdotte nella fase 2 dell'emergenza coronavirus, che si dice pronto "ad ad assistere gli sviluppatori di tecnologia in questo sforzo collettivo". L'ufficio del Garante europeo precisa di non esprimersi direttamente sulla app dell'Italia, "in quanto la competenza non è nostra ma dei garanti nazionali, in questo caso del garante della privacy italiano".

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La materia è delicata, ma inevitabile “non possiamo tornare ai pizzini e ai volantini, non possiamo tornare alla carta perché non investiamo abbastanza in sicurezza”. Le domande al Garante europeo per la Protezione dei Dati, in occasione della presentazione del rapporto annuale del suo ufficio, scivolano rapidamente verso i problemi di trasparenza legati alla prossima campagna elettorale europea, e Giovanni Buttarelli al suo ultimo anno di mandato quinquennale (ma non è ancora detto che non si ricandidi) non si tira indietro.

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Il testo attualmente sul tavolo del Consiglio non va bene, ma non c'è più tempo da perdere per il varo delle nuove norme europee sull'e-privacy destinato a tutelare gli utenti di strumenti di comunicazione come Whatsapp, Skype e Messenger. Questo in sintesi il messaggio lanciato in un'intervista all'ANSA da Wojciech Wiewiórowski, garante aggiunto e principale candidato per il posto che fu di Giovanni Buttarelli - recentemente scomparso - quale Garante europeo della protezione dei dati (Edps).

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Il 16 marzo 2022 l'European Data Protection Board (EDPB) e il Garante Europeo per la Protezione dei Dati (EDPS) hanno adottato un parere congiunto sulle proposte della Commissione Europea di prorogare di 12 mesi l'attuale Regolamento sul certificato digitale Covid dell'UE e di modificare alcune disposizioni, come l'ampliamento delle tipologie di test accettati nell'ambito dei viaggi all'interno dell'UE e chiarendo che i certificati di vaccinazione dovrebbero contenere il numero di dosi somministrate al titolare, indipendentemente dallo Stato membro in cui sono state somministrate.

La presenza o meno di sanzioni penali nel nuovo contesto giuridico di protezione della privacy è stato oggetto di un acceso confronto al dibattito promosso da Assonime sull’imminente entrata in vigore del regolamento europeo in materia (Gdpr) Ad aprire le ostilità, intervenendo per telefono da Washington, è stato il Garante europeo della privacy (EDPS), Giovanni Buttarelli che si è detto "profondamente deluso" della bozza di decreto legislativo, approvata nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri, e che accompagnerà l’avvio della regolamentazione europea.

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Da tempo ormai il tema delle fake news e dell’influenza dei social network sui più importanti processi della democrazia occidentale, in primo luogo elezioni e referendum, è diventato centrale nel dibattito europeo. E per contrastare questo fenomeno e proteggere il diritto alla privacy dei dati si è fatto molto in Europa negli ultimi anni. Tuttavia non bisogna abbassare la guardia.

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Il Garante europeo della protezione dei dati (Edps) ha pubblicato un documento strategico volto a monitorare la conformità delle istituzioni, degli organi e degli organismi europei (IUE) alla sentenza "Schrems II" che lo scorso luglio ha invalidato il Privacy Shield in relazione ai trasferimenti di dati personali verso paesi terzi, e in particolare negli Stati Uniti.

L’Europol dovrà cancellare un’enorme quantità di dati sui cittadini europei dai suoi archivi. A ordinarlo è stato il garante europeo della protezione dei dati. Dai documenti pubblicati il 10 gennaio emerge che l’agenzia dell’Unione che si occupa di contrastare il crimine nei Paesi membri conserva illegalmente dati su persone non sospette e ora dovrà rimediare a questo problema.

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25 maggio 2023: il Privacy Day Forum al CNR di Pisa nel giorno del 5° anniversario del GDPR

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