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Il Garante per la protezione dei dati personali, anche alla luce delle modifiche tecniche apportate da Pago PA, ha espresso parere favorevole all'utilizzo dell’App IO per il recupero delle certificazioni Covid-19, in conformità al Dpcm sul rilascio e la verifica delle certificazioni verdi, adottato ieri dal Governo.

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Si chiama Giggle, l’app tutta al femminile che promette di mettere in collegamento, in maniera sicura, donne con donne che condividano gli stessi interessi, che vogliano fare lo stesso viaggio o semplicemente condividere, al riparo da rischi al maschile, un passaggio per il lavoro. Buona l’intenzione, utile l’idea, indovinata la campagna di marketing. C’è, però, un “ma”.

Il Garante privacy ha sanzionato per 45.000,00 euro una società statunitense, per violazioni sui dati personali nell’utilizzo del proprio sistema di monitoraggio del glucosio e per aver comunicato illecitamente indirizzi di posta elettronica e dati sulla salute di circa 2000 pazienti diabetici italiani.

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Tanto utili quanto pericolose per la privacy. Sono le sempre più diffuse app su cellulare con cui è possibile scoprire l’identità dei numeri sconosciuti che ci chiamano. Forte la tentazione di usarle. Siamo ormai sommersi dalle telefonate pubblicitarie di operatori di rete, società di energia, gas, forex e ogni tipo di proposta commerciale.  Sarebbe certamente interessante poter conoscere in anticipo, prima di rispondere, i dettagli di chi ci sta chiamando.

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Negli Stati Uniti la Federal Trade Commission accusa lo sviluppatore dell'app per la fertilità “Premom” di aver ingannato le utenti condividendo a loro insaputa i dati sensibili con terze parti, tra cui due aziende con sede in Cina, e di aver divulgato dati sanitari sensibili degli utenti ad AppsFlyer e Google senza aver informato i consumatori.

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Utilizzare le app per tenere traccia dei farmaci o cercare i sintomi della tua ultima misteriosa malattia potrebbe essere conveniente. Ma un nuovo studio di questa settimana evidenzia i rischi nascosti per la privacy di collegare informazioni sensibili sulla salute al tuo smartphone. Vale a dire che le app mediche amano raccogliere i dati, ma a volte non è chiaro cosa ci stanno facendo e con chi li condividono.Ricercatori in Canada, Stati Uniti e Australia hanno collaborato allo studio, pubblicato mercoledì nel BMJ.

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Un tribunale australiano ha sanzionato Meta Platforms, società proprietaria di Facebook, per un totale di 20 milioni di dollari australiani (paria a circa 12,2 milioni di euro) per aver raccolto i dati personali degli utenti attraverso un'applicazione per smartphone pubblicizzata come una soluzione per proteggere la privacy, senza rivelare chiaramente le sue effettive finalità.

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La maggior parte delle app per la fertilità non rispettano la privacy, e raccolgono e condividono dati sensibili delle utenti senza il loro consenso. Lo ha scoperto uno studio della Newcastle University e della Umea University presentato alla Conference on Human Factors in Computing Systems di Yokohama, secondo le cui autrici questo tipo di applicazione dovrebbe essere regolato più strettamente.

Informare compiutamente l'utente-consumatore non solo circa gli usi dei dati personali ceduti ma anche sulla necessità di tale cessione relativamente al corretto funzionamento del servizio offerto. È questo uno dei principi su cui si fondano le linee guida e le raccomandazioni di policy contenute nella «Indagine conoscitiva sui big data», realizzata da Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Autorità garante della concorrenza e del mercato e Garante per la protezione dei dati personali.

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La colpa è di Machiavelli e del suo dannato principio secondo il quale il fine giustifica i mezzi. Autorità giudiziaria e forze di polizia qualche anno fa hanno cominciato ad utilizzare virus informatici, cavalli di Troia e altre mille diavolerie elettroniche per acquisire elementi di prova. E’ cominciato tutto sotto la nobile egida del perseguire gli obiettivi di giustizia. Nessuno si è posto remore, nessuno si è preoccupato delle conseguenze.

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Privacy Day Forum, dibattito e spunti: lo speciale di TV9

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