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La Commissione Europea pubblica la prima relazione in tema di digitalizzazione: buone prospettive ed atavici problemi
La prima relazione della Commissione europea sullo stato del decennio digitale, pubblicata il 27 settembre 2023, presenta un'analisi globale dei progressi compiuti verso la realizzazione di una trasformazione digitale volta a rafforzare la sovranità digitale, la resilienza e la competitività dell'UE.
La Commissione Europea vuole mantenerci più al sicuro indebolendo proprio ciò che ci protegge a discapito della nostra privacy
Una forte crittografia end-to-end è una parte essenziale di un Internet sicuro e affidabile. Ci protegge ogni volta che effettuiamo una transazione online, quando condividiamo informazioni mediche o quando interagiamo con amici e familiari. La crittografia avanzata protegge anche i bambini: consente loro di comunicare in tutta sicurezza con amici e familiari fidati e consente ad altri di segnalare abusi e molestie online in modo confidenziale. Mantiene i nostri dati personali come “personali” e le nostre conversazioni private come “private”.
La cybersecurity è l’altra faccia della privacy
Il Garante della protezione dei dati personali e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) hanno firmato un Protocollo d’intesa che avvia la cooperazione tra le due istituzioni. L’obbiettivo è di promuovere iniziative congiunte nel campo della cybersicurezza nazionale e della protezione dei dati personali. La notizia è benvenuta. Personalmente, ho sempre sostenuto che la cybersecurity è l’altra faccia della privacy.
La prima misura di sicurezza per la protezione dei dati? la consapevolezza
La normativa vigente in tema di protezione dei dati personali è basata sul rischio. Infatti, per l’individuazione delle misure di sicurezza adeguate è necessario calcolare il livello di rischio. È evidente però che l'assenza della consapevolezza dei rischi e delle relative conseguenze non consentirebbe di effettuare una corretta valutazione dei potenziali eventi avversi.
La protezione dei dati come materia trasversale e multidisciplinare tra privacy e cybersecurity
L'ecosistema della protezione dei dati disegnato dal GDPR è diviso in principali 2 domini tra loro complementari: la privacy e la cybersecurity.
La protezione dei dati, un tavolino a tre gambe tra privacy, cybersecurity e governance
La contrapposizione tra figure tecniche e figure umanistiche è antica; storicamente si sono sempre individuate professioni in cui la componente tecnica era rilevante, a scapito delle conoscenze umanistiche, e viceversa, ma l’antica dicotomia va riducendosi. La dottrina della protezione dei dati è una dimostrazione di ciò: è un tavolino a tre gambe.
Le competenze richieste a DPO e CISO nell’era dell’Intelligenza Artificiale: il ruolo cruciale delle soft skill
Il fil rouge del Cyber & Privacy Forum di Verona è stato la sinergie fra le funzioni di garanzia di data protection, quali sono i professionisti della privacy e emblematicamente i DPO, e della sicurezza informatica, quali i sysadmin e il CISO.
Le relazioni tra Gdpr e la Norma ISO/IEC 27001
Il GDPR richiede alle organizzazioni di adottare misure tecniche e organizzative appropriate, tra cui anche politiche e procedure, per proteggere i dati personali che trattano. La Norma ISO/IEC 27001 “Sistemi di gestione della sicurezza dell'informazione – Requisiti” fornisce una serie di requisiti per ridurre la perdita di riservatezza, integrità e disponibilità. Tale standard si basa su un framework di requisiti, controlli ed analisi del rischio. In questo articolo si vuole comprendere quali sono i principali elementi in comune e le differenze tra il GDPR e lo standard sulla sicurezza delle informazioni.
Le strategie di sicurezza richiedono sinergie e proattività fra DPO e funzioni IT
Come deve agire il DPO nelle strategie di sicurezza, tenendo conto delle ulteriori funzioni che inevitabilmente sono coinvolte nella stessa? Di certo non può chiedersi che agisca come one-man band ed estenda (o spesso, improvvisi) il proprio campo d’azione a tematiche così complesse come la sicurezza delle informazioni ed attendersi che tale azione possa essere efficace.
L’80% delle aziende non ha imposto criteri per l’uso delle password dei propri dipendenti
L’80% delle aziende non ha ancora impostato criteri per l’uso delle password, lasciando quindi liberi i propri dipendenti di sceglierne una a propria discrezione senza problemi di sintassi, lunghezza o altri parametri sui caratteri da utilizzare. A rivelarlo è il report ”Acronis Cyberthreats Report 2020”. La ricerca evidenzia che tra il 15 e il 20% delle password utilizzate negli ambienti di business include il nome dell’azienda, un banale espediente che ne semplifica l’individuazione da parte di pirati informatici e altri soggetti non autorizzati.